Terre di Toscana 2020. ix-8
Tredicesima edizione di Terre di Toscana, quest’anno un’edizione un pò particolare, non tanto perché occorreva l’autocertificazione di non provenire da zone di quarantena, ma perché tra le aziende presenti più che tra i partecipanti si percepiva una certa preoccupazione per il diffondersi del covid-19, tant’é che qualcuno ha rinunciato a partecipare in toto come ad esempio l’azienda Montepepe ed altre hanno comunque confermato la loro postazione ma delegando ai sommelier il servizio al tavolo come ad esempio le aziende Le Macchiole e Caiarossa, il pubblico invece ha risposto molto bene alla manifestazione pur facendo registrare un leggero calo di presenze rispetto alle vecchie edizioni, noi non eravamo affatto intimoriti, ma quando per la prima volta nella nostra vita abbiamo trovato la postazione della Tenuta San Guido con la bottiglia del noto Sassicaia se pur nell’annata 2017, ancora disponibile e senza nessuno in attesa per degustarlo, ci siamo preoccupati e non poco, é stata così una delle nostre rare occasioni per riassaggiarlo, perchè a dire il vero le nostre priorità di degustazione sono sempre state altre, e i miti degli altri molto spesso non coincidono con i nostri.
Quest’anno a differenza dello scorso non eravamo alla ricerca dei migliori vini toscani, ma comunque consapevoli che tra quei banchi ne era presente la gran parte, abbiamo seguito la nostra “tipica” scaletta di degustazione, partendo come di consueto dai vini bianchi per poi dedicare gran parte della giornata ai vini rossi. Tra i bianchi, orfani del Degeres di Montepepe e del Batàr di Querciabella sicuramente tra i protagonisti se le aziende fossero state presenti, e con un Paleo Bianco per la prima volta poco riconoscibile, si sono nettamente distinti per la loro eccellenza tutti con il voto di (7,5): il Fabrizio Bianchi Chardonnay 2018 di Castello di Monsanto, I Sistri 2017 in magnum di Fèlsina e la Vernaccia di San Gimignano Riserva l’Albereta 2016 del Colombaio di Santa Chiara, tutti vini che fanno affinamento in legno, come si conviene ad un grande bianco, anche se il trend del momento nei vini bianchi é quello di far percepire sempre meno la presenza del legno.
Discorso simile per i vini rossi importanti, che dall’affinamento in barrique sono spesso passati ad un affinamento in tonneaux e in parte in botte grande, oppure in barrique con più passaggi alle spalle, ma più che altro stanno virando verso una ricerca di genuinità, di maggior percezione di terroir, lasciando esprimere la storica etichetta con un potenziale quasi “naturale” limitando l’intervento del legno e della mano dell’uomo, ormai il trend é questo e la direzione é tracciata, ma chi come noi degusta continuamente e in modo assiduo i soliti vini anche molte volte in un anno, riesce a percepire la netta differenza che ci troviamo davanti oggi tra le etichette più famose, cioé tra chi ha sempre seguito un approccio molto semplice e “naturale” nel realizzare il loro vino di punta e quindi non ha nessuna difficoltà ad essere “attuale” oppure a togliere qualcosa all’occorrenza e chi invece si deve approcciare per la prima volta con qualche difficoltà a questo trend cercando di lasciarsi alle spalle quel gran lavoro in cantina che ha reso famose le loro etichette, con risultati talvolta un pò deludenti. Terminata questa parentesi un pò monotona ma doverosa per fotografare l’attualità delle eccellenze toscane nel bicchiere, a questo giro il miglior vino rosso che abbiamo degustato é sicuramente il Duemani 2017 dell’azienda Duemani con il voto di (8,5), a dispetto dell’annata ha un equilibrio olfattivo/gustativo perfetto, legno magistralmente dosato, in bocca complesso ma allo stesso tempo semplice nel suo immenso potenziale, una sola parola per descriverlo “sublime”, poi il Monteti 2015 della Tenuta Monteti, il Sassicaia 2017 di Tenuta San Guido e il Suisassi 2017 sempre dell’azienda Duemani, tutti e tre vini straordinari con il voto di (8+), oltre ad una serie di vini di grande eccellenza con il voto di (8) che sono: Flaccianello della Pieve 2016 di Fontodi, Brunello di Montalcino 2015 Il Marroneto, il Paleo Rosso 2016, lo Scrio 2016 e il Messorio 2016 tutti e tre dell’azienda Le Macchiole, Brunello di Montalcino Riserva 2012 di Sassetti Livio Pertimali, Carla 6 2016 di Tenuta la Massa, Dedicato a Walter 2016 di Poggio al Tesoro, Guidalberto 2018 di Tenuta San Guido, Il Caberlot 2016 di Podere Il Carnasciale e infine ma non ultimo il Trinoro 2017 di Tenuta di Trinoro. Da segnalare quest’anno che la nostra degustazione a Terre di Toscana é stata di domenica a differenza dell’anno scorso che era di lunedì e quindi orfani delle vecchie annate. Ringraziamo tutta l’organizzazione di Terre di Toscana che anche quest’anno ha realizzato una manifestazione straordinaria e chiudiamo come di consueto con la lista delle nostre degustazioni, la media delle nostre votazioni e qualche fotografia con l’auspicio di superare tutti questo difficile momento e di tornare presto ad alzare i calici insieme con passione come sempre.
Caiarossa:
Bianco di Caiarossa 2017 (7+) ci manca un pò la vecchia versione
Pergolaia 2016 (7,5) rapporto qualità/prezzo imbattibile
Aria di Caiarossa 2016 (7,5)
Caiarossa 2016 (8-) buono
Capannelle:
Chardonnay 2016 (7+) ha perso un pò di legno
Capezzana:
Trebbiano 2018 (7+) note alcoliche
Castello dei Rampolla:
Trebianco di Santa Lucia 2018 versione con solforosa (7)
Castello di Monsanto:
Fabrizio Bianchi Chardonnay 2018 (7,5)* ottimo
Cesani:
Vernaccia di San Gimignano Riserva Sanice 2017 (7) molto profumata e alcolica
Collemassari:
Montecucco Vermentino Irisse 2018 (7+) bel risultato
Duemani:
Cifra 2018 (7+) molto frutto
Altrovino 2017 (7,5) particolare ben fatto
Duemani 2017 (8,5) sublime
Suisassi 2017 (8+) ottimo
Fattoria Kappa:
Etabeta 2019 (7+)
Lambda 2017 (7,5) ben fatto
Kappa 2016 (7,5) ben fatto
Fattoria Le Pupille:
Poggio Valente 2017 (7,5)
Saffredi 2017 (8-) ottimo nonostante l’annata in maremma
Fèlsina:
I Sistri 2017 da magnum (7,5)* ottimo
Chianti Classico Riserva Rancia 2017 (7,5)
Fontalloro 2017 (7,5)
Chianti Classico Gran Selezione Colonia 2016 (7,5) un passo dietro al 2013 e al 2015
Fontodi:
Chianti Classico 2017 (7+)
Chianti Classico Gran Selezione Vigna del Sorbo 2016 (7,5)
Flaccianello della Pieve 2016 (8) non delude mai
Pinot Nero Case Via 2016 (7,5)
Syrah Case Via 2016 (7,5)
Grattamacco:
Bolgheri Vermentino Grattamacco 2018 (7)
I Luoghi:
I Luoghi Rossi 2016 (7+)
I Luoghi Franco 2016 (7,5) bella novità
Bolgheri Rosso Superiore Podere Ritorti 2016 (7,5) ben fatto
Bolgheri Rosso Superiore Campo al Fico 2016 (8-) ottimo
Il Colombaio di Santa Chiara:
Vernaccia di San Gimignano Selvabianca 2019 (7)
Vernaccia di San Gimignano Campo delle Pieve 2017 (7+)
Vernaccia di San Gimignano Riserva L’Albereta 2016 (7,5)* ottimo
Cremisi rosato di sangiovese 2019 (7) buono
Il Marroneto:
Rosso di Montalcino Ignaccio 2017 (7,5) rapporto qualità/prezzo imbattibile
Brunello di Montalcino 2015 (8) ben fatto
Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2015 (8-) bott. da ossigenare
La Fralluca:
Filemone 2018 (7)
Bauci 2018 (7)
Elice 2016 in magnum (7) interessante
Le Macchiole:
Paleo Bianco 2018 (7+) poco riconoscibile, cambio enologo?
Bolghero Rosso 2018 (7-) note verdi, cambio enologo?
Paleo Rosso 2016 (8) ottimo
Scrio 2016 (8) ben fatto
Messorio 2016 (8) ben fatto
Montauto:
Metodo Classico di Sangiovese (7+) bella acidità
Maremma Toscana Vermentino 2019 (7-) molto profumato
Maremma Toscana Sauvignon Gessaia 2019 (7-) profondo in bocca
Maremma Toscana Sauvignon Enos I 2018 (7) buono
Podere Il Carnasciale:
Valdarno di Sopra Ottandadue 2018 (7-) easy
Carnasciale 2017 (7,5) ben fatto
Il Caberlot 2016 in magnum (8) notevole, profumo particolare per la 2016
Poggio al Tesoro:
Bolgheri Vermentino Pagus Camilla 2016 (7-)
Bolgheri Rosso Superiore Sondraia 2016 (7) legnoso
Bolgheri Rosso Superiore Dedicato a Walter 2016 (8) ottimo
Sassetti Livio Pertimali:
Rosso di Montalcino 2016 (7,5) notevole
Brunello di Montalcino 2015 (7,5)
Brunello di Montalcino Riserva 2012 (8) ottimo
Satta Michele:
Bolgheri Rosso Michele Satta 2018 (7+)
Il Cavaliere 2017 (6,5) scomposto, note di miele
Bolgheri Rosso Superiore Piastraia 2017 (7-) scomposto
Bolgheri Rosso Superiore Marianova 2017 (7+)
Miché ancestrale di sangiovese (6+) da perfezionare la tecnica
Tenuta Biserno:
Pino di Biserno 2017 (7+)
Biserno 2016 (7,5)
Sof 2019 rosato (7-) sottotono
Tenuta di Trinoro:
Le Cupole 2017 (7)
Magnacosta 2017 (7,5)
Tenuta di Trinoro 2017 (8) notevole
Palazzi 2016 (7,5) ci aspettavamo qualcosa in più
Tenuta La Massa:
La Massa 2017 (7)
Carla 6 2016 (8) sangiovese in purezza ben fatto
Giorgio Primo 2016 (8-) blend bordolese nel cuore del Chianti Classico
Tenuta Monteti:
TM Rosé 2019 (7,5) perfetto alla francese
Caburnio 2015 (7,5) molto interessante
Monteti 2015 (8+) ad un passo dal primo
Tenuta San Guido:
Guidalberto 2018 (8) ben fatto
Bolgheri Sassicaia Sassicaia 2017 (8+) ben fatto