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Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2019. ev-4

Mercoledì 13 febbraio siamo ritornati a San Gimignano per l’Anteprima della Vernaccia e abbiamo fatto un bel giro di degustazioni, tra annata, selezioni e riserve; con conferme, novità e per la prima volta qualche etichetta importante decisamente sotto aspettativa, forse complice il recente imbottigliamento o la poca permanenza in vetro del vino. Dobbiamo dire che in questi ultimi anni  il lavoro svolto dal consorzio in sinergia con i produttori ha portato ad ottimi risultati in termini di visibilità e soprattutto di qualità dei vini, diremmo quasi in maniera esponenziale, a riprova che la professionalità nel mettere in atto i progetti e l’unione di intenti dei produttori posti tutti su un unico livello paga e non poco, un vivido esempio per tutti gli altri consorzi che spesso agiscono in maniera egoistica e talvolta disomogenea puntando con un piccolo manipolo di produttori ad un mercato estero tralasciando la promozione sul territorio, qui a San Gimignano per fortuna si é intrapreso la strada dell’ “unione fa la forza” e noi non possiamo altro che dargli ragione. Quest’anno le vernacce annata, quindi 2018, sono risultate molto piu pronte delle scorse edizioni dell’anteprima, salvo poche etichette, grazie alla decisione del consorzio di far imbottigliare prima le annata o quantomeno cercare di anticipare i tempi anche tramite campioni da vasca approvati e questo ha portato al risultato di rendere valutabili e bevibili i vini, cosa non da poco, se pensiamo che negli anni passati era quasi impossibile farlo, con il nostro continuo stupore nel vedere giornalisti anche affermati continuare a valutare vini che oggettivamente non potevano essere valutati, vuoi perché non stabilizzati, vuoi perché con acidità fuori bocca, vuoi perché incompatibili per la loro giovinezza con la presentazione all’Anteprima imposta come circuito con gli altri consorzi, quindi tanto di cappello anche a questo lavoro del consorzio per farci bere la vernaccia annata, in totale abbiamo degustato i vini di 26 aziende su 40 presenti, per un totale di 90 vini, quindi in alto i calici vi raccontiamo le nostre degustazioni:

Alessandro Tofanari:

assaggiando i suoi vini si capisce che é il vignaiolo piu artigianale tra quelli presenti ai banchi dell’anteprima, con l’intento di ridurre sempre più le lavorazioni del suolo e l’ingresso della chimica in cantina; i vini però erano ad una temperatura non ottimale
Vernaccia 2017 (6+), 2016 (6,5), 2006 (6,5) praticamente una Astrea
Vernaccia Astrea 2016 (6,5), 2015 (7-), 2011 (6,5)
Vernaccia Astrea “0” solfiti 2017 (6+)
Vernaccia Riserva Murice 2008 (7+)

CappellaSantAndrea:
una tra le nostre aziende preferite in assoluto, dobbiamo dire che però a questo giro abbiamo trovato qualche vino sottotono rispetto ai vecchi assaggi, specialmente per la riserva per la quale eravamo abituati ad un 8/8- costante
Vernaccia Clara Stella 2018 (6,5) e 2017 (6,5)
Vernaccia Rialto 2017 (6,5) e 2016 (6,5)
Vernaccia Riserva Prima Luce 2016 (7) e 2015 (7+)

Casa alle Vacche:
vini sempre molto equilibrati e ben fatti,
Vernaccia 2018 (6,5)
Vernaccia I Macchioni 2018 (7-)
Vernaccia Riserva Crocus 2016 (7)

Casale Falchini:
Vernaccia 2017 (6,5) note alcoliche
Vernaccia Ab Vinea Doni 2016 (7-)
Vernaccia Riserva 2015 (7+), 2014 (7) e 2013 (7) note di idrocarburo

Cesani:
interessante come la semplicità di beva porti a risultati eccellenti
Vernaccia Pancole 2017 (6,5)
Vernaccia Clamys 2017 (7) molto equilibrata
Vernaccia Riserva Sanice 2016 (7,5) solo acciaio

Collina dei Venti:
azienda nuova e vigne vecchie con tanto potenziale
Vernaccia 2018 (6,5) già pronta
Vernaccia 2017 (7-) leggere note di mandorla

Fattoria di Fugnano e Bombereto:
niente da dire se non che i vini in cantina sono sempre finiti, un bene per loro un male per noi
Vernaccia 2018 (7-)

Fontaleoni:
Vernaccia 2018 (6,5)
Vernaccia Casanuova 2016 (6,5)
Vernaccia Riserva 2016 (7-)

Il Colombaio di Santa Chiara:
la loro riserva l’Albereta é tra le nostre vernacce riserva preferite, ma a questo giro la 2016 l’abbiamo trovata sottotono, in compenso la 2012 in magnum ha pareggiato i conti
Vernaccia Selvabianca 2018 (6,5)
Vernaccia Campo della Pieve 2017 (6+)
Vernaccia Riserva Albereta 2016 (7) e 2012 in magnum (8-)

Il Lebbio:
azienda che riesce sempre a sorprenderci, chissà a quando una bella riserva
Vernaccia 2018 (7-), 2017 (7-)
Vernaccia Tropìe 2018 (6,5) e 2017 (7) molto profumata

Il Palagione:
azienda che ha fatto passi da gigante, arrivando ad un livello qualitativo invidiabile
Vernaccia hydra 2018 (7-)
Vernaccia Lyra 2016 (7+)
Vernaccia Riserva Ori 2017 (7) note erbacee

La Lastra:
diremmo in forma smagliante
Vernaccia 2018 (7-)
Vernaccia Riserva 2015 (7,5) e 2014 (7,5)

Lucii Libanio-Casa Lucii:
azienda con un livello qualitativo incredibile
Vernaccia 2018 (7-) gia pronta, 2017 (7-) equilibrata
Vernaccia Vigna Cellori 2016 (7) molto minerale
Vernaccia Riserva MareTerra 2013 (7,5) legno accennato e 2014 (7,5) molto profumata

Massimo Daldin:
vini ben fatti e molto personali, odia il termine “riserva”
Vernaccia 2018 (7-), 2017 (7+)
Vernaccia Vigna Fiore 2018 (7) e 2017 (7,5)

Montenidoli:
altra azienda tra le nostre preferite in assoluto, tranne la vernaccia tradizionale le altre ci sono apparse sottotono, quasi irriconoscibile la Riserva Carato 2015 peccato
Vernaccia Tradizionale 2017 (7-) giallo oro
Vernaccia Fiore 2016 (6,5) note amare
Vernaccia Riserva Carato 2015 (7) alcolica e quasi irriconoscibile

Mormoraia:
stile dei vini estremamente moderno e accattivante, abbiamo cercato anche questa volta di capire il loro segreto ma senza risultato, sarà la crio macerazione spinta con il totale controllo delle acidità? o il fatto che i terreni sono sabbiosi?
Vernaccia Suavis 2018 (7-) frutta sotto spirito e resine e 2017 (7) più equilibrata
Vernaccia Ostrea 2016 (7+)
Vernaccia Riserva Antalis 2016 (7,5) profumi intensi

Palagetto:
tutti i vini ci sono apparsi fuori modo profumati e complessi, non hanno incontrato i nostri gusti personali, da riprovare
Vernaccia 2018 (6+) un profumo
Vernaccia Santa Chiara 2018 (6+) estremamente diretta
Vernaccia Arianna Ventanni 2016 (6,5) note di mandorla
Vernaccia Riserva 2015 (6,5) legno non ben integrato

Panizzi:
una tra le nostre aziende preferite, vini dal taglio moderno e tradizionale in un mix perfetto con la costante di mettere sempre al centro il frutto
Vernaccia 2018 (7-) pronta subito
Vernaccia Santa Margherita 2017 (8-) completa perfetta
Vernaccia Riserva 2015 (8-) legno ancora leggermente da limare

Podere Canneta:
altra azienda con una qualità molto alta, ottima la loro selezione La Luna e Le Torri con l’inevitabile rimando alla città di San Gimignano
Vernaccia 2018 (6,5) non ancora pronta e 2017 (6,5)
Vernaccia La Luna e Le Torri 2016 (7,5) legno ancora da ammorbidire

Podere Le Volute:
vini caratterizzati da una spiccata acidità, tanto potenziale ancora da esprimere
Vernaccia 2018 (7-) note acide, 2017 (6,5) e 2016 (7) la piu equilibrata e armonica in bocca

San Benedetto:
Vernaccia 2017 (6,5)
Vernaccia Riserva 2016 (7-) mix di mandorla e legno

San Donato:
Vernaccia 2018 (6-) non ancora pronta
Vernaccia Angelica 2017 (6,5) scomposta in bocca
Vernaccia Riserva Benedetta 2016 (7-)

Signano:
siamo rimasti colpiti dalla qualità dei vini e dalla bella varietà di annate presentate, perfino una 2003 annata, longevità alle stelle, bravi
Vernaccia 2018 (7-) pronta subito equilibrata
Vernaccia 2003 (7+) forma smagliante leggero idrocarburo
Vernaccia Poggiarelli 2017 (7-) acidità equilibrata
Vernaccia Riserva la Ginestra 2017 (7+), 2011 (7,5) e 2007 (8-) notevole

Tenuta La Vigna:
Venaccia 2018 (6,5) e 2017 (7-) molto equilibrata
Vernaccia 2018 vecchie vigne 2018 (6,5) profumata e profonda

Tenuta Le Calcinaie:
ci aspettavamo qualcosa in più su entrambe le etichette
Vernaccia 2018 (6+) non pronta mix di profumi
Vernaccia Riserva 2016 (6,5) fa solo acciaio

Tenuta Montagnani:
altro giovanissimo vignaiolo, dal taglio artigianale ma tremendamente attuale, grande potenziale in prospettiva, come si dice “partire in quarta”
Vernaccia Frammenti 2017 (7-) genuino
Vernaccia Assola 2017 (7-) fa cemento

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