Sestri Levante Wine Festival 2019. ev-8
La manifestazione Silent Wine quest’anno cambia nome e diventa Sestri Levante Wine Festival, stessa location all’ex Convento dell’Annunziata affacciati sulla Baia del Silenzio, stessa tipologia di aziende gran parte provenienti da tutta la Liguria e poi alcune provenienti da zone vocate d’Italia, oltre a produttori di birre artigianali e banchi di prodotti gastronomici, insomma una bella vetrina della Liguria a tavola.
Quest’anno forse é mancata un po di pubblicità nei mesi scorsi e un bel sito internet dedicato come gli anni precedenti ma essendo un virtuale “anno 0” ci sarà modo di perfezionarsi per il prossimo anno. Noi abbiamo scelto il lunedì per la manifestazione in modo da degustare i vini con relativa calma, avendo modo di scambiare opinioni e conoscere meglio i produttori, anche perché a detta degli stessi la domenica é stata una giornata un po caotica e con molta affluenza sopratutto nel tardo pomeriggio. In previsione di assaggiare i vini rossi del ponente ligure nel pomeriggio a Genova in occasione di un altro evento enoico, abbiamo deciso di degustare soltanto i vini bianchi e come sempre di seguire una scaletta più o meno studiata a tavolino, in modo da conoscere nuove aziende o riassaggiare i vini di aziende che non degustavamo da circa un anno, con delle belle sorprese e delle notevoli riconferme che ci hanno fatto molto piacere, il rovescio della medaglia é stato per le aziende di fuori regione che gestite spesso da rappresentanti di zona o addetti più o meno improvvisati non sono riuscite a fare bella presenza di sé per vari motivi, tra cui tappi difettati e lezioni di degustazione inopportune.
Le votazione sono state abbastanza alte, forse un quarto di punto più alte del dovuto ma cmq sono frutto degli ottimi vini che abbiamo degustato, la nostra impressione negli ultimi tre anni é stata quella di assistere ad un graduale e costante miglioramento della qualità media dei vini bianchi della Liguria di Levante e dei Colli di Luni, con sempre maggiore attenzione alla qualità delle uve, al lavoro in cantina e sopratutto alla ricerca di un prodotto più naturale possibile lasciando esprimere in primis la natura e soltanto dopo correggerla se necessario in cantina con sempre meno invasione di prodotti chimici, pur rimanendo lontani dal mondo dei vini naturali o biodinamici ma comunque approcciandosi in modo razionale ad un concetto biologico consapevole più o meno certificato, ecco che i vini ci sono apparsi piu profumati, in bocca hanno regalato un ventaglio minerale e sensoriale piu ampio, non ultimo delle ottime acidità e persistenze che ci hanno piacevolmente sorpreso nonostante le ultime due annate siano state piuttosto torride. Sicuramente la sorpresa più grande é stata la scoperta dell’azienda Verment Ing, piccolissima realtà a conduzione familiare vicino Bonassola, che nonostante attualmente vinifichi in una cantina di appena 16 mq ci ha regalato dei vini strepitosi, blend di vermentino, albarola e bosco e affinamento in bottiglia per uno o due anni a seconda delle etichette, hanno restituito vini dal colore giallo dorato, con un profumo equilibrato che introduce una beva piacevole, minerale, acida, lunga, con l’affinamento del vetro che ha armonizzato il tutto, paragonabile idealmente ad un leggero passaggio in legni esausti ma che in realtà non avviene, perché gli unici contenitori in cantina sono di acciaio, vino completamente opposto per l’annata 2018 che era un campione da vasca, profumatissimo con delle belle note vegetali e un’acidità ben integrata, quasi fosse prodotto da un altra mano da un altra azienda, ma ugualmente di assoluto rilievo al pari degli altri, vini veramente interessanti. Un altra azienda che ci ha piacevolmente colpito é stata La Carreccia, che adottando anch’essa la tecnica dell’affinamento in vetro per poi uscire negli anni successivi, ha saputo dare notevole spessore ai vini, non da meno il rosato di syrah immediato ed accattivante. Assolutamente da menzionare anche altre cinque aziende con vini di ottimo rilievo tra novità e riconferme importanti, tra cui Lunae Bossoni, La Pietra del Focolare, Boriassi, Terre di Levanto e Vini Apuani, tra le nostre preferite alla manifestazione. Come sempre i voti assegnati ai vini sono la media tra quelli assegnati singolarmente da noi due, sono riferiti alla singola manifestazione e non sono paragonabile ad altri assegnati in altri contesti, sono frutto dell’integrità del vino, dei nostri gusti personali, e assolutamente distaccati da qualsiasi amicizia o interesse di sorta, perché a noi piace essere imparziali e diretti, come sempre. Di seguito l’elenco delle nostre degustazioni ai banchi:
La Carreccia:
Il Lunatico, doc Colli di Luni vermentino 2017, (7+)
Il Solitario, igt blend di uve bianche 2016, (7+) note di miele
Le Argille, rosato di syrah 2017, (7) fragola e acidità
Maneterra:
doc Colli di Luni vermentino 2018, (7) ben fatto
Pascale Francesca:
I Pilastri, doc Colli di Luni vermentino 2018, (7)
Pietra del Focolare:
Augusto, doc Colli di Luni vermentino 2018, (7-)
Villa Linda, doc Colli di Luni vermentino 2018, (7-)
Solarancio, vermentino 2017, (7+)
Vigna delle Rose, blend di uve bianche 2017, (7,5)
L’Aura di Sarticola, doc Colli di Luni verm sup 2017, macerazione e legno (8) notevole
Terre di Levanto:
Giànco, vermentino in prevalenza e albarola 2017, (7-)
Giaè, blend di uve bianche 2017, (7)
Vio Claudio:
Pigato 2018, (6,5)
Vermentino 2018, (6,5)
Boriassi:
Mezzaluna, doc Colli di Luni vermentino 2018 (7) e 2017 (7+)
Linàro, bianco doc Colli di Luni 2018, (7-)
Cà Maiol:
Lugana bianco Prestige 2018, (7-)
Lugana bianco Molin 2017, (7)
Sebastian Brut, charmat 8 mesi, (6,5)
Verment Ing:
Reggimonte, blend di uve bianche 2016, (8) ottimo
Costa di Macinara, blend di uve bianche 2017, (8-) notevole
Costa di Macinara, blend di uve bianche 2018, campione da vasca, (7,5) molto profumato
Lunae Bosoni:
Cavagino, doc Colli di Luni vermentino 2017, fermenta in barrique, (8)
Albarola 2018, (7-)
Leukotéa, blend di uve bianche 2018, (7-) giovane note di zenzero
Numero Chiuso, vermentino, 16 mesi di botte grande 2015, (8+) ottimo
Castello del Trebbio – Elena Casadei:
Metodo Classico Brut, 30 mesi sui lieviti, chardonnay e trebbiano 2015, (7-)
Congiura, riesling+pinot grigio+manzoni, legno di castagno 2017, (7-)
Trebbiano in Anfora, macerato 2017, (7,5) bel colore e profumo
Kettmeir:
Athesis brut 2015, spumante metodo classico, (7-) dolciastro in bocca
Athesis rosé 2015, spumante metodo classico, (7-)
Gewurztraminer 2018, (6,5) molto profumato e saporito
La Montina:
Franciacorta Extra Brut, metodo classico (X) tappo corrotto
Franciacorta Saten, metodo classico (7+) buono
Il Mosnel:
Franciacorta Pas Dosé, 24 mesi sui lieviti, (7)
Franciacorta Saten 2014, 30 mesi sui lieviti, (8-)
Vini Apuani:
Beatrice, vermentino 2018, (7)
Kar Rha, vermentino+albarola+trebbiano 2017, (8-) buono