ViniVeri 2019 a Cerea. ev-11
Sabato 7 aprile siamo ritornati a degustare i vini naturali dell’associazione ViniVeri a Cerea e come ogni anno in barba al Vinitaly ci siamo concessi una giornata a contatto con chi il vino lo crea, rispettando la natura, l’ambiente e chi lo beve, tre concetti non da poco se pensiamo a cosa ancora troviamo in bottiglia nel 2019. Chi non é mai stato ad una manifestazione di vini naturali deve assolutamente andarci, anche noi pochi anni fà eravamo scettici nel comprendere i vini naturali in un paese dove tutto ruota sulla chimica, sulla mala informazione e sul marketing al solo servizio del massimo profitto e dell’ignoranza generalizzata, ma quando abbiamo iniziato a conoscerli e degustarli il primo a darci un segnale é stato il nostro organismo, ce la ricordiamo ancora quella prima volta di qualche anno fà; dopo un’intera giornata di degustazioni di vini naturali ci aspettavamo come sempre di trovarci esausti fisicamente, con l’inevitabile cerchio alla testa, in prospettiva per il giorno seguente di risvegliarci con quell’aria da smarriti sulla faccia della terra, con il metabolismo di un bradipo, invece niente, era la prima volta che a sera e sopratutto il giorno seguente eravamo freschi come rose, come se il giorno precedente non avessimo partecipato a quella lunga sessione di assaggi, eravamo i primi a non crederci, invece era tutto vero, per la prima volta la chimica non aveva dovuto lottare con il nostro organismo e si aprì inevitabilmente un nuovo mondo per noi, quello dei vini naturali. A distanza di qualche anno possiamo dire che i vini naturali hanno raggiunto un livello qualitativo altissimo e davanti a loro hanno un pubblico sempre maggiore e sopratutto sempre più informato e attento, gli ingredienti giusti per arrivare lontano, molto lontano. Tant’é che anche quel carrozzone mediatico del Vinitaly ha dovuto fare inevitabilmente i conti con i vini naturali e biodinamici, dedicando un’intero padiglione a un’intera associazione, ma noi come ogni anno preferiamo venire ad assaggiarli qui a Cerea, lontano dal caos, dai riflettori e dall’ignoranza enoica, perché il vino va degustato in tranquillità, va apprezzato e sopratutto rispettato, noi ogni anno sciegliamo ViniVeri. Come sempre un giorno di degustazioni qui a Cerea trascorre in modo inesorabile, la nostra lista di aziende copriva tre giorni di assaggi ma come sempre avendo un solo giorno a disposizione e facendo i conti con i treni vi raccontiamo cosa siamo riusciti a degustare, con tante belle scoperte e novità, una su tutte quella del bistrattato Prosecco che qui sembra aver preso una veste nuova e del tutto interessante, quella della rifermentazione naturale in bottiglia al posto dell’autoclave, bella scoperta, oppure le interessanti interpretazioni dei rossi in macerazione carbonica, o i vini macerati in grandi giare interrate sullo stile “georgiano”, insomma ci sarebbe da scrivere all’infinito, ogni azienda ha delle particolarità ben precise sulla produzione dei suoi vini e non basterebbe un libro per descrivere le sole che abbiamo degustato, quindi vi elenchiamo i nostri assaggi ma sopratutto un grande consiglio, andate ad assaggiarli di persona, non ve ne pentirete:
Altura (Toscana, Isola del Giglio):
Rossetto 2018, rosato di sangiovese, (6,5) vinoso alcolico
Ansonaco 2017, (7,5) profumo di macchia mediterranea floreale, in bocca camomilla, thé e miele
Rosso Saverio 2017, mix di uve nere autoctone dell’isola, (7+) profumo di macchia mediterranea verde, in bocca corposo acidulo
Cà dei Zago (Veneto):
Prosecco 2017, riferm. in bottiglia, (7-) secco privo di profumi
Metodo Classico 2016, glera, 20 mesi sui lieviti, (7) privo di profumi
Casa Coste Piane (Veneto):
Prosecco docg 2017 da magnum, riferm. in bottiglia, (7-) secco buono
Prosecco doc Brichet 2017 da magnum, cru di glera, (7) buono invitante
Gleris 2018, bianco fermo di glera e riesling, (7+)
Castello di Lispida (Veneto):
H bianco 2016, riferm. di tocai e ribolla, (7-) limone e cedro
Amphora bianco 2016, tocai e ribolla, 6 mesi sulle bucce, (7+)
Amphora rosso 2016, sangiovese, 6 mesi sulle bucce, (7+)
Terralba bianco 2016, tocai e ribolla, 12 mesi di botte, (7,5)
Christophe Mignon (Francia, Champagne):
Champagne Brut Nature, pinot meunier, (7)
Champagne Brut Originale, 60% meunier e 40% chardonnay, (7+)
Colombaia (Toscana):
Vino Bianco 2018, trebbiano e malvasia (7)
Sangiovese Metodo Ancestrale 2015, (6,5) naso imperfetto, bocca buono
Vino Rosso di Sangiovese 2016, (6,5)
Vino Rosso 2012, sangiovese, colorino e canaiolo, 3 mesi di botte, (7-)
Vino Rosso di Sangiovese 2015 con macerazione carbonica, (6-) naso molto imperfetto, bocca leggermente frizzante
Crocizia (Emilia Romagna):
Sangiovese 2017 rifermentato in bottiglia, (7-)
Malvasia 2017 rifermentato in bottiglia, (6,5)
Barbera 2017 rifermentato in bottiglia, (6+)
n°3 Sidri di: mela, mele miste e pera, (ottimi)
Feudo D’Ugni (Abruzzo):
Lama Bianca 2017, trebbiano, (8-) ottimo
D’Ugni Bianco 2017, 1 mese di macerazione, (7,5)
Fante 2015, uva montepulciano, (7,5) profumo 10, bocca buono
Askoy 2009 ossidato, uva montepulciano, (7,5) un gioiello
Gatti Carolina (Veneto):
Prosecco 2017, riferm. in bottiglia col fondo, (7-) profumo cedro bocca acida
Cat Ros 2017, rosso fermo cabernet sauvignon e franc, fa cemento, (6,5)
Cat Ros 2016, rosso fermo cabernet sauvignon e franc, fa cemento, (7-)
Raboso 2017, profumo ottimo bocca acidula, (7+)
Raboso 2008, fa barrique esauste, (7)
Mattoni Valter (Marche):
Trebbiano 2017, (7) profumo di caramella bocca asciutta
CoseCasa 2018, sangiovese solo acciaio, (7) buono
Arshura 2016, montepulciano, 18 mesi di barrique (7-) legno ben integrato
Arshura 2015, montepulciano, 18 mesi di barrique (7+) vegetale
Rossobordò 2016, grenache, 24 mesi di barrique, (7)
Oasi degli Angeli (Marche):
Kupra 2015, grenache, (8-) profumo ottimo bocca legno equilibrato
Kurni 2016, montepulciano, 22 mesi di barrique, (7-) buono ma troppo legnoso
Olivier Horiot (Francia, Champagne):
Champagne Sève Blanc de Noirs 2012 Pas Dosé, (7,5)
Champagne Métisse Noirs&Blancs, pinot nero e pinot bianco (7+)
Pialli (Veneto):
Garganega 2018, (6,5) easy
Ombre D’Ambra 2016, garganega, fa macerazione e barrique, (7)
Tai Rosso 2017, grenache, (6+) immediato
Barbarano 2016, 18 mesi di tonneaux, (6+) alcolico
Gregorio 2015, vino appassito 16%, (6+) alcolico
Princic Dario (Friuli Venezia Giulia):
Jakot 2016, uva tocai, macerato, (7,5) sentori di pino
Bianco Trebez 2015, blend di uve bianche, (7)
Pinot Grigio 2016, (7,5) profumo ottimo bocca buona
Ribolla 2016, (7,5) delicato al naso e in bocca
Merlot 2007 (7+) molto corposo
Cabernet Sauvignon 2008 (6,5) molto acuto in bocca
Redondel (Trentino):
Assolto rosato 2018, teroldego (7) buono
Dannato 2015, teroldego (7) molto legno ma ben integrato
Ronco Severo (Friuli Venezia Giulia):
Pinot Grigio 2016, 38 giorni sulle bucce, 2 anni di botte, (7,5) ottimo
Ribolla 2016, 60 giorni sulle bucce, botte, (7-)
Friulano 2016, (7-)
Severo Bianco 2003, blend di uve bianche, legno e vetro, (7-)
Refosco 2016, (7)
Schioppettino 2015, (7+) legno ben integrato
Artiùl Rosso 2015, uva merlot, barrique, (8-) profumo di mora bocca ottimo
Simonetti Carla (Toscana, Castagneto C.cci)
Rosso 2014, blend di uve, solo acciaio, (7+) ottimo
Rosso 2015, blend di uve, solo acciaio, (6+)
Rosso 2016, blend di uve, solo acciaio, (7) bel profumo buono
Rosso 2012, blend di uve, solo acciaio, (7,5) ottimo
2 commenti
stephane schneider
Bell’ articolo. Da quando ho conosciuto la ziz ( nomignolo dato alla Carolina Gatti ,mia compagna ) , le mie esperienze enologiche ( sia lavorative che degustative ) erano state prettamente convenzionali. Nel 2013 ho cominciato a bere vini naturali e mi si e’ aperto un mondo. E quando si intraprende questa strada e’ impossibile tornare indietro. Cmq una precisazione . Il 2008 che hai indicato come Gat Ros e’ in realta’ un Raboso 2008 , che ha fatto affinamento in barriques esauste.
Stephane
Dario G. e Ilaria M.
Grazie per il complimento, mi scuso per l’errore provvedo a correggerlo, un saluto
Dario G.